Scoprire di avere una malattia cronica (es. diabete, ipo/ipertiroidismo, celiachia, endometriosi, etc.) può diventare un esperienza di forte impatto emotivo e psicologico. Di solito, al momento della scoperta, la persona si sente disorientata, sa poco della sua malattia e questo è il primo motivo di preoccupazione (“cosa mi accadrà?” “quali conseguenze dovrò affrontare?”) successivamente immagina come cambierà la sua vita a causa della malattia (“a cosa dovrò rinunciare?” “riuscirò a sopportarne le conseguenze?”).
Come
può lo psicologo aiutare chi ha una malattia cronica? Occupandosi degli aspetti emotivi,
psicologici, relazionali, comportamentali e cognitivi (legati al pensiero) e
lasciando al medico tutti gli aspetti relativi ai sintomi fisici, alle cure
farmacologiche e alle indicazioni alimentari.
Lo psicologo ha come obiettivo raggiungere un’adeguata accettazione della malattia e una convivenza sostenibile con la stessa per una migliore qualità della vita. Per ottenere questi risultati, lo psicologo, si occupa di diversi aspetti:
ACCOGLIE LE EMOZIONI. Le emozioni cambiano dal momento della scoperta ai momenti successivi. Il terapeuta è preparato a sostenere la rabbia (“perché proprio a me?”), la paura (“che cosa mi accadrà?”), la preoccupazione (“quale sarà il mio futuro?”), lo stress (“non ce la faccio più!”), l’ansia (“ho perso il controllo”), la tristezza (“non ho la forza di uscire”) e altro ancora. Emozioni forti che di solito non sono espresse con altri per proteggerli o se espresse rischiano di spaventare, preoccupare o compromettere i legami.
RICONOSCE LE DIFFICOLTA’ PER CONVERTIRLE IN POSSIBILITA’. Ogni malattia cronica porta con sé dei cambiamenti. Tali cambiamenti rompono le abitudini, le aspettative e i progetti della persona, ogni malattia nel suo modo specifico. Quindi, ci si ritrova a dover riprogrammare la propria quotidianità in base all’ingresso di nuove pratiche, inizialmente vissute con difficoltà mentre con il tempo diventeranno nuove abitudini. Per esempio, l’uso di farmaci o l’eliminazione di certi cibi introdurranno nella vita della persona nuovi elementi di cui non si potrà/dovrà più fare a meno. lo psicologo aiuterà la persona ad individuare le difficoltà e per ognuna di queste immagineranno insieme come potrà meglio adattarsi ad esse, rispettando desideri e bisogni.
INCORAGGIA
L’ELABORAZIONE DEI VISSUTI NEGATIVI PER RIPARTIRE DA ESSI. La sensazione che ci sia un prima e
un dopo malattia di solito è forte. Dove il prima viene identificato con la
vita spensierata e il dopo con una non-vita di preoccupazioni. Lo psicologo
aiuta a riconoscere che il prima e il dopo sono solo il continuo della stessa
vita. Il senso di perdita, di solitudine, di amarezza, di delusione fanno parte
di questo percorso, fanno parte della vita stessa e fermarci un po’ su di esse
ci aiuta a capire meglio cosa è importante per noi e cosa vogliamo. Questo ci
permette di ripartire e andare avanti più consapevoli e sicuri. Se non avessimo
l’occasione di farlo questi sentimenti negativi potrebbero adagiarsi sulle spalle
come pesi sempre più insostenibili e incomprensibili.
In
sintesi, lo psicologo accoglie il negativo che una malattia cronica porta con
sé per restituire alla persona il desiderio e l’aspettativa di una vita piena e
comunque appagante.
Se ha appena scoperto di avere una malattia cronica
o se lo sai già da un po' ma
fai fatica ad accettarla
rivolgiti ad una psicologa
ti aiuterà in questo percorso di crescita.
Se
sei di Pesaro puoi rivolgerti direttamente al mio studio
oppure
se non lo sei possiamo incontrarci anche in videochiamata.
Non aspettare troppo tempo, lasciati aiutare.
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Dott.ssa Katjuscia Manganiello | Psicologa Psicoterapeuta
Studio
di Psicologia e Psicoterapia
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