Non tutte le psicoterapie vanno a buon fine, per tanti motivi. Per far funzionare una psicoterapia occorrono molti ingredienti tra cui la frequenza costante.
Ossia la capacità di stare per un periodo medio-lungo in relazione con la psicoterapeuta con una cadenza regolare ripetuta nel tempo, per esempio, una volta a settimana.
Perché permette con il tempo e gli incontri settimanali di entrare davvero dentro il problema, in profondità, lì dove c’è il nodo da cui partono le difficoltà. Gradualmente, con l’avanzare delle sedute, aumenta la capacità di affidarsi e fidarsi. Questo favorisce la possibilità di lasciarsi andare e far emergere la vera te, le tue parti più autentiche e anche quelle più fragili o che ti spaventano, preoccupano, addolorano.
Quando iniziano ad uscire fuori queste parti fragili, come reazione difensiva, probabilmente potresti sentire il bisogno di “scappare”, per evitare quella tensione negativa che ti ha fatto male. Per cui potresti iniziare a saltare qua e là qualche seduta o addirittura avere la tentazione di lasciare tutto così com’è.
È il tentativo di evitare il tuo problema, allontanandotene per non sentire più dolore. E ritornarci, casomai, quando è meno evidente, doloroso o preoccupante.
Fare così ogni volta che senti quel fastidio ti rallenterà nel tuo progetto di cambiamento, ti farà tornare un po' indietro, ti farà pensare che quello che stai facendo forse non fa per te.
Il modo migliore per scoprirlo, se fa per te oppure no, è cercare di restare e di raccontare ciò che senti alla psicoterapeuta.
Fuggire ti riporterà presto al punto di partenza, restare con costanza ti permetterà di affrontare davvero il tuo problema e magari anche di trovare un modo meno doloroso o fastidioso per entrarci in contatto.
E di solito accade così.
Michela, ha un problema di dipendenza affettiva dalla madre e questo la porta a fare scelte di vita confuse e non sostenibili.
Puntualmente si ritrova incastrata in situazioni che non è in grado di gestire, non perché non ne sia capace ma perché il suo modo di scegliere non tiene conto dell’effettiva possibilità di realizzazione di quello che sceglie.
Questi fallimenti non fanno altro che confermare il suo senso di incapacità a cavarsela da sola e la legano sempre di più alla madre da cui dipende.
Nel momento in cui, in psicoterapia, emerge la consapevolezza di fare scelte disorganizzante e quindi la possibilità di cambiare la sua vita, Michela si spaventa e prende tempo.
Ecco che, questo per Michela, è il momento più difficile del suo percorso ma anche quello più significativo. Restare ora le consente, con calma e con i suoi tempi, di guardare a se stessa e alla sua vita in un modo nuovo.
Può imparare a fare scelte più consapevoli e sostenibili che finalmente la porteranno nella direzione che desidera rendendola sempre più forte, decisa e sicura di sé.
Può imparare che se diventerà più sicura di sé e indipendente anche la madre potrà cavarsela da sola e avrà meno bisogno della sua dipendenza.
Se lascerà la psicoterapia perderà, per ora, questa importante occasione di cambiamento.
Quindi, penso tu abbia capito quanto è importante la frequenza costante in psicoterapia.
È il segnale che stai facendo un buon lavoro e che sei sulla strada giusta.
Ma ogni volta che sentirai il bisogno di fuggire, non tenerlo per te, raccontalo alla psicoterapeuta sarà di grande aiuto alla tua crescita personale.
Se pensi di essere pronta a sostenere una psicoterapia, a non mollare alla prima difficoltà ma a restare lì dove fa male per capire e fare quello scatto di cambiamento di cui hai tanto bisogno, allora significa che sei pronta per iniziare.
Chiamami o scrivimi su WhatsApp al 349 6347184 per prendere il tuo primo appuntamento, ti accompagnerò alla ricerca della vera te.
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Dott.ssa Katjuscia Manganiello | Psicologa Psicoterapeuta
via XI febbraio, 63 - 61121 Pesaro (PU)
Tel. 349 6347184
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